Un anno dopo l'incendio al Cavalcaselle…

Lo ricordo come fosse ieri: e invece un anno è già passato, un anno da quella tragedia che portò nel lutto l'intera città di Legnago, l'intera Bassa Veronese. Da una scintilla di una fiamma ossidrica parte una scintilla, esplode una bombola, prende fuoco il tetto in materiale plastico e in pochi minuti, tra fumo nero, urla disperate delle bidelle e studenti che scappano in ogni dove, il fuoco si diffonde e divora tutta la scuola. All'appello, all'uscita dall'edificio, manca Laura Agnora, ragazza con problemi mentali, scappata all'insegnante di sostegno e dispersa all'interno dell'edificio in fiamme. Sono in molti, vigili, pompieri, insegnanti, a rischiare la vita e a tornare dentro a cercarla, ma senza risultati. E invece lei era li, bruciata dalle fiamme divoratrici, proprio all'ingresso, a pochi passi dal portone d'uscita, sotto la grande sala d'accesso, sventrata dall'esplosione della bombola. Asfissiata e morta di una morte tragica, mentre aveva cercato disperatamente riparo nello stanzino dei bidelli. Una morte tragica, una cerimonia funebre alla quale un intero paese, Boschi Sant'Anna, dove abitava la ragazza, partecipò commosso, con in prima fila l'allora ministro della pubblica istruzione Tullio De Mauro, venuto a tributare l'ultimo saluto ad una ragazza che ha visto concludere la propria vita nel posto in cui tutti i ragazzi iniziano a vivere. Una tragedia che, anche un anno dopo, continua a bruciare nei cuori della gente, come continua a campeggiare sul cielo azzurro lo scheretro nerarstro e imbrigliato tra impalcature e transenne della scuola, ancora in fase di ripulitura. Una morte che è servita però a proteggere gli altri: dopo il tragico incendio sono state migliorate in tutte le scuole della bassa le misure di sicurezza, e decine di esercitazioni antincendio si sono svolte. Sperando che un fatto del genere non accada mai più, e che la bassa ritorni al centro della cronaca nazionale per qualche evento felice, e non per tragedie di questo calibro.