L'Adige in piena tracima a Bardolino
La corrente scorre veloce, porta via con se ogni genere di oggetto, offerto dalla natura o dall'incuria dell'uomo. Il grande fiume, da sempre fonte di vita per la pianura veronese, si è fatto minaccioso, sempre più alto lungo i robusti argini di terra, che mettono al riparo l'intera bassa, da sempre sotto il livello del fiume, e teatro nei secoli scorsi, di spaventose inondazioni. Qui il fiume non è ancora ai massimi, anche se il livello fa paura. Questa mattina a Bardolino e Pescantina è toccato il primato dell'esondazione dell'Adige. Le acque scure e fangose del fiume si sono riversate fuori dal letto, in un tratto dove gli argini sono pressochè inesistenti. " Un'inondazione controllata " dicono gli esperi. Protezione civile e forze dell'ordine sono però impegnate sul campo per evitare che questa tracimazione provochi gravi danni. E intanto il fiume cresce, in attesa dell'ondata di piena proveniente dal trentino, dove torrenti e affluenti, ingrossanti dalla pioggia che continua a cadere, riversano nell'Adige quantità enormi d'acqua. La piena del fiume ha bloccato i lavori lungo l'argine a Legnago, nei pressi del ponte Principe Umberto. L'acqua corre ed accumula detriti ai piedi delle colonne dei ponti che collegano l'una all'altar sponda. Problemi ne sta dando anche il Po, più a sud, nella bassa rovigota, al pochi km dal confine territoriale di Legnago. Le prime esondazioni nelle golene si sono già verificate, provocando già alcuni danni a edifici costruiti dentro le aree golenali.
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